″SEVEN″

Aveva fatto erigere per dominare la piazza
un castello dalla cui torre urlava ai quattro
venti l’amore per il possesso del dio denaro.


Sostenuto nel modo di fare arrogante l’atto
elogiava solo se stesso per i beni posseduti
chiaro l’obiettivo dell’emergere sulle genti.


Infieriva con frasi di collera sui miseri esseri
che nulla potevano fare contro il destino e a
quest’uomo mai contento rimaneva solo
il livore negli occhi il rossore.


Godeva banchettando
trovando conforto nella sazietà mentre al di là
delle mura di cinta nelle umili case mani
stringevano pietre che non gli davano pane.


Lasciando scontato che il benessere fosse già
conquistato si recò nella sala del vizio cedendo
al richiamo della carne senza amore dove
l’impudicizia accoglieva nel disperato egoismo
il suo riscatto.


Abbandonato al desiderio di cedere allo sconforto
dei pensieri  della noia ne divenne vittima.

Identità sudata nel costruirla e crescerla in attesa

di un riconoscimento che venne a mancare

sbiadendo pian piano entrò in scena la rivalità

che permise all’incapace di valorizzare se stesso

nella demolizione dell’altro.

09Agosto 2012 © Salvatore Brigante

NdA SEVEN ( AVARIZIA, SUPERBIA, IRA, GOLA, LUSSURIA, ACCIDIA, INVIDIA )