Inerme è il risveglio
dal neonato grigio cielobagnato dalle fredde gocce di pioggia
il tepore del lieve sonno si raggela.
Si rimane statici come
pietra d’altura
nel libero librar della
vaga secca fogliadal vento sospinta e nel brusco precipitare
come l’infrangersi di un sogno.
Cupo rimane il paesaggio ai
naufraghi pensieri
lenta si scioglie la cera
alla fiamma della candela consumandosi in calde lacrime di passione
sino allo smorzar del fuoco.
Sottile e pungente è la
pioggia di Novembre
copre gli occhi con mani
ruvide e ossutesi divincola lo sguardo tra le aride dita
inseguendo un fil di luce di calore.
29Novembre 2012 © Salvatore
Brigante
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